Dalla domesticazione alle nostre tavole passando per destinationgusto.it
Il termine mais sembra derivi da “mahiz”, nome con cui gli indigeni Arahuaco, che Cristoforo Colombo incontrò sull’isola che battezzò Hispaniola, indicavano l’elemento base della loro alimentazione. Quelle popolazioni, infatti, sfruttavano il mais in maniera totale: con spighe, foglie e gambi facevano bevande alcoliche, preparavano zucchero, nutrivano il bestiame e ricoprivano i tetti delle capanne. Le pannocchie, se mature al punto giusto, venivano abbrustolite sul fuoco o macinate fino a ottenere una poltiglia gialla, grossolana, antenata dell’attuale farina da polenta.
Dopo la scoperta delle Americhe, il mais raggiunse velocemente l’Europa, l’Africa e l’Asia.
Appena arrivato in Europa, il mais era coltivato solo nei giardini dell’Andalusia, di Francia e Italia. In Italia la coltura era già fiorente a metà del Cinquecento, dove rapidamente prese il posto di miglio e panico (setaria italica) diventando la base dell’alimentazione dei contadini padani. Ed è proprio nel nord Italia, nella Pianura Padana, che il mais ha trovato il clima e l’ambiente ideale.
Una farina a grana grossa, bianca o gialla, in relazione alla varietà di mais da cui deriva, generalmente di colore giallo per la presenza di carotenoidi (pigmenti organici).
Rispetto alle altre farine, la farina di mais appartiene al gruppo di quelle senza glutine, caratteristica che la rende adatta ai celiaci e agli intolleranti. Il metodo di raccolta, completamente diverso da altri cereali che ne contengono, la rende inoltre perfetta dal punto di vista dell’assenza di contaminazioni.
Dalle buone qualità energetiche, il mais contiene alcune vitamine importanti come la vitamina B1 e la vitamina PP (niacina), anche se in quantità non sufficienti a soddisfare le necessità quotidiane del nostro organismo.
Macinata finemente, la farina di mais trova largo impiego nella produzione di polente; in base alla macinatura del mais, si ottengono farine a diversa granulometria, fattore rilevante per il risultato del prodotto finale. Ma vi si possono fare anche tortillas, crêpe, alcuni tipi di pasta e di dolci e, addirittura, usarla per le impanature. Questa usanza affonda le proprie radici in alcune cucine Mediorientali. Un’ottima alternativa alla panatura “classica” con il pangrattato che tende a bruciarsi in modo molto rapido e, quindi, non adatto alle fritture ad altissima temperatura.
La farina di mais è perfetta per avvolgere il pesce, perché ci si attacca anche senza usare le uova, garantendo in tal modo un risultato più leggero ma ugualmente croccante.
Una selezione di farine speciali, tra cui quella di mais, è presente su Destination Gusto, lo shop online degli amanti del buon cibo italiano.
L’offerta di Destination Gusto prevede farine particolari come quella di legumi, di ceci, o farine per dolci tipici, come la farina di marroni o composti già combinati, come ad esempio la farina con lievito madre, o pronti per preparare dolci e prodotti salati. Tutti prodotti perfetti per la nostra salute senza però rinunciare al gusto. Tra le varie aziende del Made in Italy, sullo shop troviamo Antica Tenuta Giovanna, Azienda agricola La Fenice, Legù, Il Regno del Marrone, Molino Magri, Moro Pasta, Mulinum, Prunotto.
Fonti:
tuttogreen
mypersonaltrainer
assomais