Etichette nutrizionali: continuiamo con il secondo appuntamento per capire cosa leggere e come interpretarle
L’industria alimentare utilizza strategie di marketing ben studiate per indurre il consumatore ad acquistare un prodotto piuttosto che un altro e diciamo che ci sta riuscendo alla grande.
Ovviamente non possiamo dire che ci ingannano perché per legge non possono scrivere cose non vere sulla confezione, però possono risaltare tramite claims vaghi e generici l’unica qualità positiva che un prodotto ha, così da mascherare tutto il resto che magari di positivo non ha nulla.
Noi però che vogliamo essere più furbi di una stupida confezione di carta impareremo a raggirare queste strategie e a mangiare sano per davvero imparando, prima di tutto, a leggere le etichette nutrizionali.
Dando per scontato che non facciate parte di quella categoria di persone che “ah ma io scelgo la confezione in base al colore e alla scritta che mi ispira di più” perché nel mio articolo precedente vi ho istruito bene sul cosa troviamo sulle confezioni e perché è importante leggerle.
Oggi vi riporterò 3 esempi di “trappole” che nelle quali il consumatore medio cade quando acquista qualcosa (da uno yogurt ad una confezione di crackers) convito di scegliere un prodotto sano e locale sopravvalutando la sua reale qualità.
Quindi, vi svelerò anche i relativi trucchetti per non farvi ingannare.
“Integrale”, “Fonte di fibre”, “macinato a pietra”, “ai cereali”, “100% frumento”,“con crusca”
Attenzione a queste diciture, non sono garanzia che il prodotto sia integrale!
Spesso si tratta di prodotti addizionati con crusca che possono avere un maggior contenuto di fibra senza contenere cereali integrali.
Quindi giriamo subito la confezione e verifichiamo che nella lista degli ingredienti ci sia farina integrale e non farina raffinata (00 o 0) addizionata con crusca o cruschello e che preferibilmente sia tra le prime voci in elenco.
Non soffermiamoci MAI al colore dell’alimento, il colore scuro di un alimento non garantisce che esso sia integrale.
Bandiera tricolore o “made in italy” = prodotto italiano? Ne siamo proprio sicuri?
Ahimè non è proprio vero che basta il tricolore a garantirci che un prodotto sia costituito da ingredienti di provenienza italiana al 100%. Anche una marca italiana non garantisce che il prodotto sia made in Italy in tutto e per tutto.
Per avere questa garanzia, che non avremo mai al 100%, dobbiamo controllare ad esempio che ci siano sigilli di qualità e quali.
DOP, Denominazione d’Origine Protetta = prodotto in cui l’intero ciclo produttivo, dalla materia prima alla trasformazione, all’elaborazione, al confezionamento, avviene nel territorio di origine.
IGP, Indicazione Geografica Protetta= prodotto in cui solo uno degli stadi della lavorazione (la produzione, la trasformazione o l’elaborazione) è avvenuta in un determinato territorio d’origine.
STG, Specialità Tradizionale Garantita= non fa riferimento all’origine geografica ma esclusivamente al particolare e specifico processo di produzione artigianale che caratterizza il prodotto stesso.
Tuttavia alcuni prodotti 100% italiani non riportano questi marchi poiché non certificati o, viceversa, in Molti paesi esteri non riconoscono questi marchi e non puniscono chi li utilizza impropriamente con la finalità di ingannare i consumatori.
Il consiglio è quindi sempre di preferire prodotti certificati per avere una tutela maggiore e fare molta attenzione perché spesso di proposito alimenti dall’origine incerta, con nomi magari italiani, sono mischiati al supermercato a quelli certificati.
“Senza calorie”, “a basso contenuto di grassi”, “senza grassi”, “senza zuccheri”, “ricco di omega-3”, “fonte di fibre”, “fonte di calcio, il calcio è necessario per il mantenimento di ossa sane”
Tutti questi claims nutrizionali e salutistici son scritti secondo regole ben precise quindi sono veritieri, però è sicuramente molto utile imparare ad evitare di essere tratti in inganno.
Attenzione ad esempio per i soggetti diabetici poiché la dicitura “senza zucchero” non garantisce l’assenza di sostanze dolcificanti che possono comportarsi come lo zucchero se non peggio. Se tra gli ingredienti si legge amido di mais, sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio, maltosio, ecc. sono tutte sostanze che hanno effetti sulla glicemia paragonabili allo zucchero!
Per concludere non soffermatevi al “senza” o al “ridotto contenuto di” (e di questo ne ho già parlato per i prodotti light). Un prodotto a basso contenuto di grassi o fonte di fibre può avere comunque molte calorie o contenere molto sale rispetto ai fabbisogni nutrizionali effettivi di ciascun individuo.
Quindi che noia sì, bisogna leggere un sacco di cose prima che una confezione passi dallo scaffale al carrello, ma appena ci prendete la mano vedrete che sarà facile riconoscere le marche migliori per le varie categorie di prodotti e poi basterà prendere sempre le stesse!
Altra soluzione? Rimboccarsi le maniche e provare a prepararci qualcosa con gli ingredienti che decidiamo noi.
Dai la nostra Nicol ci sforna millemila ricette a settimana, avete l’imbarazzo della scelta!