A volte faccio una difficoltà immensa a trovare i titoli alle ricette.
Sì perchè non li voglio banali, non li voglio troppo strani, non voglio elencare gli elementi del piatto.
A volte non mi va bene niente.
Forse spesso.
Voglio sempre di più, non so accontentarmi. E non sto parlando del “voglio l’ultima macchina fotografica da tremilioni di euro, anche un telefono che fa il caffè e una macchina che si trasforma in barca ed aereo per le lunghe tratte”.
No, prendendo sempre troppo, da me.
Da quello che faccio.
Sono alla ricerca continua della perfezione e se gli altri mi chiedono consigli (o se li do spontaneamente, anche se non sono graditi, ma si sa, la gente è chiusa) li spingo verso la ricerca della perfezione.
Perchè un filo di erba cipollina se è storto, è storto. Non si mette nella foto, si cerca di raddrizzare, ma non si mette in ogni caso.
E la goccia decorativa sul piatto?
E la scorzettina di lime che non sta su in piedi come dico io?
No, non si mette.
Vorrei passare i miei giorni a spadellare, a imparare le nuove combinazioni, quelle perfette. Quelle che non ti facciano desiderare altro.
E poi vorrei passare il resto del tempo a fotografare i piatti, gli esperimenti, gli ingredienti. Tutto ciò che riguarda il cibo.
Ma non posso e allora mi sale il crimine e i piatti non escono come dovrebbero.
Anche solo esteticamente parlando, e cerco escamotage, piccoli trucchi (che usano i professionisti, ma da qualcuno bisogna pur imparare) che rendano il piatto perfetto.
O perfetto nella propria imperfezione.
Capesante in gabbia in Cina (non so come sia saltato fuori il titolo)
Ingredienti:
4 capesante freschissime
mezzo broccoletto lessato
due matasse di spaghetti di riso (che corrispondono a mezza confezione)
due lime
Preparazione:
Accendete il forno a 180°
Nel frattempo mettete gli spaghetti di riso in una bacinella con acqua calda e fateli ammorbidire per circa 10 minuti.
Foderate una teglia con la carta da forno e create delle palline con l’alluminio grandi quanto le capesante.
Strizzate e stendete bene gli spaghetti quindi arrotolateli intorno alle palline di alluminio creando quattro cestini (o nidi, libera interpretazione).
Infornate nel forno caldo per 15 minuti, quindi togliete le palline di alluminio e infornate per altri 10 minuti.
Potete passare i cestini sotto il grill del forno qualche minuto o usare il cannello per colorirli un pochino.
Frullate il broccoletto e, con l’aiuto di due cucchiai formate delle quenelle.
Togliete dal forno i cestini e lasciateli intiepidire.
Fate cuocere un paio di minuti per lato le capesante su una piastra rovente (è importante che sia caldissima!).
Comporre il piatto:
mettete il cestino al centro del piatto, sopra al cestino la capasanta, un paio di gocce di succo di lime e le scorzette del lime. A lato del cestino mettete la quenelle di broccoletto.
Servite subito.
6 commenti
io anche non mi accontento mai sai? e sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi soddisfi di più, di una foto più bella, dei colori giusti, del piattino o del cucchiaino perfetto… ma poi alla fine sono sempr qui! 🙂 ma con le antennine all’insù! 🙂
il titolo che hai scovato mi piace e le foto mi strapiacciono!
Allora non sono solo io la pazza, direi che siamo in buona compagnia!
Istituiamo un’associazione propazziadafotoperfette.
Grazie davvero 😀
ah ok quindi anche tu sei una psicolabile? wow ma quante siamo nel gruppo?
Che poi, si sa che la perfezione con questi standard non la raggiungeremo mai, perché è altro che stiamo andando a cercare. E non è giusto farsi del male così. Ma io sono la prima. Che a volte mi forzo di pubblicare ricette e foto (se parliamo del food ma potrei fare altri milioni di esempi della vita quotidiana) perché so che sono pazza e quello che vedo io gli altri non lo notano nemmeno.
E quindi dai, lanciamoci una volta di più, rischiamo, viviamo pericolosamente: lasciamolo storto sto cacchio di filo d’erba cipollina perbacco!
E il titolo a me piace…
vedi, siamo sempre di più!
tutte alla ricerca di quel qualcosa.
anche io mi impongo di pubblicare, ma vorrei che nessuno guardasse le foto orrende, oppure che almeno si limiti e non dica “no occhei, dov’è quella che per tre anni ha studiato fotografia? l’hanno rapita?”
il punto è che io mi butto, prendo le occasioni al volo, ma con le foto proprio no.
preferisco una ricetta immangiabile, ma con una bellissima foto piuttosto che una foto brutta, ma con una ricetta gustosissima.
(vedo avvicinarsi un signore con in mano una camicia bianca, ha le maniche lunghissime e dice di volermi stringere in un abbraccio, è normale?)
Boooo !1 nido orientale con capesante??..io non do’ una grande importanza al nome sono le immagini che mi parlano!queste mi piacciono molto..tutte le versioni!(e dev’essere anche buono!) 🙂
ciao!
simona
Anche questa è un’idea!!
Grazie mille e fammi sapere se le provi!!
Un abbraccio 🙂