Un viaggio a Parigi è perfetto per celebrare l’amore in ogni sua forma. Esploriamola insieme a Marzia
Il cuore di Parigi è un fiore. Un fiore d’amore così bello che si tiene nel proprio cuore, che si ama per la vita.
(Charles Trenet)
Buongiorno Smart Travellers!
Oggi, San valentino, si celebra l’amore in tutte le sue forme. Diamo libera uscita ad ogni tipo di romanticheria adornata da cioccolato e rose rosse e tuffiamoci in una delle città più romantiche del mondo…o forse la più romantica.
Un viaggio a Parigi è perfetto per l’occasione!
È una città a cui fino un poco più di un anno fa non avevo mai pensato. Forse perché tanto decantata nei film e persino nei cartoni animati perciò immaginavo fosse troppo romanzata rispetto alla realtà.
Invece quando mi è dolcemente stata proposta senza preavviso non ho potuto che accettare e…partire per il primo viaggio a Parigi, o meglio, il primo di tanti!
Mi è sembrata subito una città gentile, immersa in questa sua atmosfera leggera ed elegante.
Nessuna sensazione di città 4.0 bensì di qualcosa di antico che cerca di resistere alla modernità.
Il vero spirito secondo me si percepisce la mattina presto, quando ancora la giornata non è iniziata del tutto, quando anche i bar si risvegliano pigramente perché loro, i Francesi, sembrano non avere fretta.
Ricordo molto bene una mattina in cui ci siamo svegliati quasi all’alba e abbiamo trovato una Montmartre deserta senza ancora gli artisti che quotidianamente riempiono la piazza, i bar chiusi, un Sacro Cuore ancora addormentato e baciato dai primi raggi di sole.
La prima volta che ho visto Parigi ho avuto una scossa al cuore, tanto che non posso rimanergli lontana per troppo tempo. Il primo viaggio ci ha portati lì per una giornata sola, senza pernotto.
Siamo partiti dall’aeroporto di Venezia molto presto. Ma si sa, l’emozione di partire per un viaggio non ti dà modo di percepire la stanchezza!
Appena atterrati a Parigi abbiamo subito preso la RER che dall’aeroporto parigino ci ha portati direttamente in centro.
Prima tappa? Ovviamente la Tour Eiffel!
Siamo due camminatori io ed Andrew perciò di salire in ascensore non se ne parla. Evitiamo le code e iniziamo la nostra scalata a piedi verso la cima della torre.
Salire a piedi ha il suo perché ed una volta raggiunto l’apice c’è (oltre al classico brivido dell’altezza) tutta la soddisfazione di aver conquistato quel gigante di ferro. Giusto il tempo per una foto al panorama, un bacio dal “place to kiss” e siamo pronti a scendere e proseguire il tour.
Ci incamminiamo attraverso il Campo di Marte in direzione Metro école Militaire per raggiungere la fermata più vicina ai piedi del Sacro Cuore, Abbesess, dove appena fuori troviamo Le mur des Je T’Aime, il Muro dei “Ti Amo”(visto che è San Valentino non si può non nominarlo), una tappa irrinunciabile per gli innamorati che sono in viaggio a Parigi!
Proseguendo oltre iniziamo la salita verso Montmartre, quartiere consigliatomi da una mia cara amica e di cui io mi sono follemente innamorata. Una volta in cima (se avete una buona gamba fate gli scalini, sono più caratteristici) sarete accolti da una piazza piena di turisti e i famosi artisti che con le loro opere d’arte contribuiscono a creare un’atmosfera allegra e colorata. Sono loro che danno il nome al quartiere chiamato per l’appunto “quartiere degli artisti”. Se fate attenzione noterete i camerieri dei locali tutt’attorno, degni del migliore equilibrista, che si destreggiano tra le bancarelle e i tavolini della piazza con i loro vassoi pieni zeppi di leccornie.
Un’occhiata veloce alla basilica del Sacro Cuore dall’esterno e scendiamo di nuovo alla ricerca di un posticino dove pranzare. Scegliamo un locale dove fanno Hamburger in stile molto americano, il Koff, in cui alle vostre domande in inglese loro vi risponderanno gentilmente….in francese! (ma è questo il bello di Parigi no? Se ci sei devi esserci al 100%, lingua compresa!)
Appagati e ballonzolanti riprendiamo la marcia attraverso altre zone de la belle ville de l’amour.
Il quartiere ebraico vi allieterà la vista e l’olfatto con le sue boulangerie patisserie dalle vetrine scintillanti e colorate.
È d’obbligo entrare in una a caso e assaggiare i famosissimi e coloratissimi macarons.
Arriviamo finalmente alla piazza del duomo più famoso di Parigi, la cattedrale di Notre Dame in tutta la sua imponenza gotica.
Anche qui abbiamo solo il tempo per ammirarla dall’esterno e prometterle che torneremo presto per poi buttarci a capofitto nel quartiere latino, forse il più caotico di Parigi e dove avrete l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda il tipo di cucina per un pranzo o una cena.
Una volta segnato sulla lista delle cose da vedere con calma ci dirigiamo verso i giardini del Louvre e fare una foto alla famosa piramide di vetro. Troverete un mix di turisti e parigini doc che si crogioleano al sole in compagnia di un buon libro su una delle sedie colorate messe a disposizione nelle aiuole.
Ultima tappa per rallentare il ritmo e per continuare sulla scia dell’arte e della cultura che contraddistingue ogni visita a Parigi è il Museo d’Orsay con opere d’arte create tra il 1848 e il 1914.
Purtroppo la nostra giornata è fatta di sole 24 ore perciò siamo costretti a riprendere il cammino verso l’aeroporto di Charles De Gaulle. Un solo giorno a Parigi e mi sono letteralmente innamorata di questa città. Ci sono così tante cose da vedere e da fare che non basterebbe una vita.
Ad Aprile ripartiremo in esplorazione pronti a scoprire altri segreti parigini. In fondo “Parigi è sempre una buona idea” (Audrey Hepburn nel film Sabrina).
E voi avete mai fatto un viaggio a Parigi?
Qual è l’angolino che vi è piaciuto di più?
Stai Tuned!