I giovani parlano ai giovani per il quarto anno consecutivo.
Di cosa sto parlando?
Young to young a Vinitaly anche quest’anno ha deciso di invitare i giovani ereditieri delle cantine (per scelta eh!) a presentarsi al grande pubblico fatto di piccoli.
Un’offerta unica per poter conoscere diverse tipologie di vini che spaziano in tutt’Italia.
Oggi siamo stati accompagnati in un tour virtuale che ci ha fatto volare sopra al mare, passando per il nord Italia per poi finire nella terra di mezzo.
Tre storie diverse per tre cantine diverse che hanno proposto tre vini decisamente diversi raccontati da giovani entusiasti.
Siamo partiti con un bianco, Kebrilla Grillo 100% IGP del 2016, un vino sapido, molto particolare.
Un vino biologico: una scommessa da parte di Bruno Fina, padre di Federica, la rappresentante dell’azienda a conduzione familiare e proprietario delle Cantine Fina.
La certificazione biologica è infatti parte della filosofia aziendale che mira a portare il valore aggiunto territoriale nel quale nasce l’azienda grazie anche alle condizioni metereologiche favorevoli. Il sole, il vento e il mare rendono la terra sapida e donano ai vini un carattere deciso, ma soprattutto naturale. Un’azienda decisamente atipica per il territorio Siciliano che produce 15 vini (quest’anno arriva il 16°: il metodo classico) e premiata con la Gran medaglia d’oro a Bruxelles.
Successivamente siamo stati trasportati virtualmente in Piemonte in cui Daniele Olivero, enologo per passione, lavora nell’azienda familiare (Cantina Olivero) presente sul territorio da quasi un secolo.
Una produzione decisamente limitata rispetto alla precedente, ma che mira a salvaguardare alcune eccellenze territoriali come ad esempio il Dolcetto d’Acqui.
Per la degustazione però ci ha proposto un Filari Corti: vino rosso barbera vinificato da un vigneto di circa 50 anni e vinificato a parte rispetto agli altri vini. Si nota subito la profondità tipica del barbera, al naso, ed il carattere forte, in bocca. Tutto sommato però è un vino dal sorso elegante.
L’ultima tappa del nostro percorso si è conclusa in Toscana, da Carpineto, l’azienda che produce, tra le 3 il maggior quantitativo di bottiglie. Caterina, l’enologa di famiglia ci ha proposto per la degustazione il Dogajolo IGP che punta a piacere al pubblico più giovane. Definito anche il “Baby Super Tuscans” spicca al naso per la freschezza, facendo capire subito che parliamo di un vino con il 70% di Sangiovese. Questo super eroe dei vini è tra i più innovativi ad oggi prodotti dall’azienda.
Un viaggio per l’Italia dei giovani perchè è vero, l’Italia è un paese per vecchi, ma noi giovani cerchiamo di essere portavoce per altri giovani perchè non scappino solo i cervelli, ma anche i prodotti del territorio.
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