Il manzo all’olio di Rovato è un classico della cucina bresciana, ma non tutti sanno fare quello vero. Io vi lascio la ricetta (superba) di mia nonna
Il manzo all’olio di Rovato per me è uno dei piatti forti invernali da fare almeno una volta durante la stagione fredda.
Di certo non è il secondo piatto che si mangia tutti i giorni vista la quantità di calorie che porta con sè, però con una bella polentina al cucchiaio come accompagnamento, insomma, è da fare.
Io mi ostino a prenderlo nei ristoranti (o nelle trattorie) “fuori zona”, ma poi finisce sempre che mi incazzo dibbestia arrabbio tantissimo perchè quello che mi servono nel piatto non sa manco cosa sia il manzo all’olio.
Ma roba che non si avvicina nemmeno lontanamente. Manco un cugino di decimo grado, per intenderci.
Il vero manzo all’olio è tagliato non troppo sottile, si può tagliare con la forchetta, si scioglie in bocca quando si mangia ed è accompagnato da un sughetto che ti farebbe mangiare 5 pani pugliesi perchè non se ne ha mai abbastanza.
Questo è il manzo all’olio.
Mica quelle fettine secche con su un sughetto che per carità divina te lo raccomando.
Ora mi rinsavisco.
Dicevo, la cottura è lunga, fa parte di quelle preparazioni da “pranzo della festa” (che a casa mia non si fa perchè siamo praticamente in giro ogni domenica e quindi il più delle volte ci mangiamo la schiscetta. E no, il manzo all’olio nella schiscia al freddo è un pochetto pesante), ma il risultato poi vi sorprenderà.
Se non siete amanti dell’aglio, provatelo comunque.
Vi assicuro che rimarrà solo il profumo e non vi si pianterà sullo stomaco.
Quella che vi scrivo qui sotto è la ricetta che mia nonna mi ha dettato al telefono (le dosi insomma sono a occhio, come potete immaginare) e che conservo da secoli, ma che ho deciso di spolverare qualche tempo fa in compagnia dell’omo perchè madreh non mangia carne e una sbordellata di manzo all’olio tutta per me, ecco, la mangerei volentieri, ma forse è meglio di no.